Ririto Parrocchiale di Quaresima

Domenica 2 aprile 2017, presso il santuario di San Cosimo alla Macchia, Oria, si è tenuto l’annuale ritiro comunitario di Quaresima. La Parrocchia, guidata dal parroco d.Luigi e dal collaboratore parrocchiale d.Antonio (che ha dettato le meditazioni), ha riflettuto sul tema coinvolgente della “lotta con Dio” sforzandosi, nell’approssimarsi della Pasqua, di andare spiritualmente – come diceva il titolo stesso del ritiro – “Oltre il guado dello Jabbok”, oltre ogni limite del peccato verso la risurrezione del cuore. 

Durante la notte che precedeva l’incontro col fratello Esaù, al quale aveva carpito la primogenitura in cambio di un piatto di lenticchie, Giacobbe si trova a lottare aspramente con una figura misteriosa. Al termine della lotta, Giacobbe si ritrova vincitore e con un nuovo nome, Israele, scoprendo chi è davvero e qual è il progetto di Dio su di lui (cfr. Gn 32, 23-32).

Nelle nostre giornate siamo costantemente sotto attacco dalle tentazioni, le relazioni con gli altri non sono mai facili e ci sono  lotte di varia natura che quotidianamente affrontiamo con l'”altro” che ci sta accanto. E’ una crisi che risale alla natura stessa dell’uomo, al fatto di non essere solo ma in relazione sin dal primo momento della vita. Spesso non guardiamo tanto a ciò che ci unisce ma a ciò che ci divide e “per un piatto di lenticchie” vendiamo l’amore per il nostro fratello.

Le relazioni sono una lotta continua. Ma per vincere questa lotta bisogna dare un nome al nostro avversario, che va cercato nei mali che occultano la bellezza delle nostre relazioni, a tre livelli fondamentali: il rapporto con sè stesso, il rapporto con l’altro, il rapporto con Dio. La lotta arriva quando si fa notte, fuori e dentro, quando tutto si spegne, quando il volto dell’altro si offusca, persino il volto stesso di Dio. Quante volte, però, questo buio ci fa comodo e non vogliamo abbandonarlo, perchè i vizi ci tengono legati al di qua dello Jabbok e ci impediscono di andare oltre noi stessi e vincere la lotta. Occorre allora fermarsi e bloccare la paura, avere il coraggio di pronunciare quel nome che ci definisce e, così facendo, consegnare tutta la nostra vita nelle mani del nostro avversario. In altre parole: Fidarsi. Ed è quando finalmente siamo faccia a faccia con Dio che scopriamo chi siamo veramente e possiamo dare un nome alla nostra vocazione, al sogno di Dio su di noi.

La fraternità può essere dunque una tomba, oppure un luogo teologico, il luogo dove Dio rivela il suo volto. “Nell’amore tra me e te si rivela Dio”: infatti, se non ami il fratello che vedi, come puoi amare Dio che non vedi? (cf 1Gv 4,20).

“Se l’amore fraterno è un rischio – come amava dire Karl Bart, oggi abbiamo assaporato il rischio bello della fraternità!”. Si è conclusa così questa lieta giornata fraterna, vissuta nella preghiera, nella riflessione e nel confronto reciproco, nella condivisione dei pasti e del tempo insieme. Non è mancata una interessante visita guidata alla Cattedrale di Oria e alla Cripta con le tombe dei confratelli della Buona morte. 

 

Di seguito i commenti di alcuni giovani e giovanissmi che hanno vissuto l’esperienza:

“È stato un bel ritiro. Il tema della lotta era molto interessante e il discorso di Don Antonio è stato provocatorio e ha fatto riflettere. Mentre le attività ci hanno aiutati a capire e scoprire quale immagine di Dio e di noi stessi ci portiamo dentro. Un’altra cosa di cui sono felice è l’unione tra giovani e giovanissimi che si fa sempre più salda. Il ritiro ci ha aiutato anche in questo.” G.

“È stata una bella esperienza, che sinceramente ripeterei! La cosa che mi spinge a dire questo é sicuramente il divertimento che si è creato in ogni occasione! Subito dopo il discorso di Don Antonio, ho trovato giusto far dividere i giovani dagli adulti e fare attività differenti. Il clima di armonia che c’è tra noi giovani e giovanissimi è davvero insostituibile! A pranzo abbiamo cercato di sederci tutti vicini, purtroppo per ragioni di posto, non abbiamo potuto essere tutti in un solo tavolo, ma comunque tutti abbastanza vicini. Le figuracce con il cameriere, la coca cola che scoppiava, le risate, le freddure hanno reso tutto ancora più bello! Bella è stata anche l’esperienza presso la cattedrale di Oria e inquietante il momento delle Mummie! È stata una bella e divertente uscita!” F.

“È stata un esperienza molto positiva grazie all’ unione tra divertimento, riflessioni e attività istruttive. Infatti con le parole di don Antonio e con le attività organizzate dai nostri educatori abbiamo alimentato la parte spirituale mentre nella seconda parte, con la visita in cattedrale ci siamo fatti un po’ di cultura sulla città di Oria. Ovviamente come detto in precedenza tutto questo è stato accompagnato dal divertimento dovuto allo spirito di gruppo creatosi.” M.

“…grazie a tutti ragazzi, grazie don! E’ bello stare insieme! Questa Pasqua avrà un sapore diverso assieme a voi! Vi voglio bene, davvero dal cuore!” S.

“Grazie grazie grazie ragazzi!!! grazie grazie grazie Don Antonio!!! siete stati meravigliosi!!! Alla prossima tutti insieme” M.

“Ragazzi grazie a tutti per la splendida giornata di oggi, spero di viverne con voi tante altre, grazie a tutti.” F.

“L’esperienza di ieri mi è piaciuta tanto e mi è piaciuto di più aver fatto amicizia e alcune cose che hanno già detto altri.” J.

“…trovare il modo per staccare la spina nella e dalla vita di tutti i giorni non è mai facile. Il ritiro è stato occasione per lasciare a casa la quotidianità e mettermi in ascolto. Tra i rumori è difficile scorgere la voce e a volte anche la presenza di Dio; domenica ci ha tenuti per mano, aiutandoci a trascorrere in armonia ogni momento proposto.” S.

 

Autore dell'articolo: Redazione

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